Giuseppe Sica Art
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“Dipingo per restituire alla vita i colori che mi ha donato.”
Giuseppe Sica nasce a Salerno il 25 luglio 1987, città dove cresce e sviluppa fin da piccolo una vivace immaginazione e una naturale predisposizione per il disegno che diventa presto un mezzo espressivo e una forma di evasione. La sua passione lo porta a partecipare a concorsi regionali, alimentando un percorso artistico che si nutre di esperienze personali e influenze culturali.
Di origini lucane da parte materna, durante l’infanzia e l’adolescenza trascorre le vacanze estive in Basilicata, nel borgo di Noèpoli (PZ), nel cuore della Val Sarmento e del Parco Nazionale del Pollino. Il contatto con la natura incontaminata, la quiete e le tradizioni del luogo lasciano un segno profondo nella sua sensibilità artistica. Ancora oggi, Sica considera Noèpoli un rifugio dell’anima e una fonte costante d’ispirazione.
Fortemente legato al territorio salernitano, Sica riconosce nella città e nella sua provincia una culla fondamentale per la formazione del suo carattere e della sua visione creativa. Dopo aver frequentato il liceo scientifico, prosegue gli studi presso la facoltà di Giurisprudenza. In parallelo, si avvicina alla Street Art e alla cultura Hip Hop, che influenzano fortemente il suo linguaggio visivo. Con il tempo, approfondisce lo studio dei grandi maestri – da Leonardo a Caravaggio, da Van Gogh a Dalí – per poi sviluppare uno stile personale, libero da ogni etichetta.
La sua ricerca artistica si espande anche in ambiti come il teatro e la fotografia. A 26 anni, un doppio evento sconvolge la sua vita: gli viene diagnosticato un Linfoma di Hodgkin e un carcinoma renale. Messa alle spalle questa parentesi, dopo un difficile periodo di cure, l’arte si trasforma per lui in una necessità vitale, un canale autentico per comunicare emozioni, forza e rinascita.
“Dipingo per restituire alla vita i colori che mi ha donato.”
Con questa frase Sica sintetizza il cuore della sua poetica. Nei suoi dipinti, costruisce i soggetti attraverso uno studio preciso di luci e ombre. Tra gli elementi distintivi del suo lavoro spicca l’uso delle spatole al posto dei pennelli: una scelta tecnica che conferisce alle opere una forte tridimensionalità, rendendole simili a sculture pittoriche, con sfumature lavorate direttamente sulla tela.
Rifiutando definizioni stilistiche rigide, Sica si lascia guidare dall’ispirazione del momento, in un linguaggio in continua evoluzione. Le sue opere spaziano da riferimenti biblici a quelli letterari, dalla cultura pop alle rivisitazioni dei grandi classici, creando un ponte tra il passato e il presente. Questo approccio gli consente di comunicare messaggi profondi e di coinvolgere un pubblico eterogeneo, offrendo a ciascuno la possibilità di riconoscersi nelle sue opere.
L’artista non ama partecipare a premi o mostre ufficiali, preferendo l’intervento diretto negli spazi pubblici – talvolta anche senza autorizzazione – dove l’arte incontra la vita in modo spontaneo e autentico. Le sue creazioni sono spesso destinate a collezioni private o ambienti sacri, luoghi in cui l’opera può mantenere intatta la sua carica simbolica e spirituale.
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